Introduzione

Introduzione

"Nonostante i molti e duraturi risultati conseguiti negli ultimi anni, i colpi inflitti alla psiche delle donne in questo periodo di reazione violenta ne hanno scoraggiate parecchie distogliendole dal processo di analisi della fallocrazia e dalla ricerca di strada per uscirne.
Il terrorismo contro le donne le spinge all'amnesia e nella paura di arrivare a conoscere tutte le implicazioni del potere patriarcale; perché molte ne sanno abbastanza da rendersi conto che la vera conoscenza implica la partecipazione nell'Arte/Sapienza delle Streghe (Stregoneria) e che tale conoscenza è un crimine punibile con la morte."

"Bandite/sopite nel sonno di morte che è la condizione assegnata alle donne nel patriarcato, "dimentiche" della realtà del ginocidio, le donne reagiscono l'una contro l'altra come se fossero la causa originaria della propria oppressione.
I meccanismi da lungo tempo interiorizzati del disprezzo di sé e della violenta orizzontale vengono sfruttati dagli ingannatori, e le donne sono intrappolate/dissanguate."

"Le donne spintesi al di là di dio padre scoprono che il misticismo delle parole si intreccia col misticismo della creazione. Creare parole è un modo fondamentale di Ammaliare - Accendere le donne alle intuizioni e alle azioni che cambiano la nostra vita. Creare parole è espressione dei poteri di trasformare, di tessere significati e ritmi, di scatenare le forze/fonti Originarie. Arrangiando le parole affinché comunichino i loro significati Arcaici, le Tessitrici le liberano dalle celle dei sensi convenzionali. Lasciando le parole libere di correre insieme, le Tessitrici divengono Muse. Noi non usiamo parole; noi meditiamo parole. Le donne e le parole metaformanti hanno poteri magici, aprono vie alle memorie, trasformano spazio e tempo."

"In primo luogo c'è Negare. Come Negatrici, le Tessitrici che tessono al di là del veto di dio padre proibiscono e [...] In secondo luogo c'è Stregare. Come Streghe, le Tessitrici gettano incantesimi, pronunciando il Giudizio dei giudici. In terzo luogo c'è X-are. X è il simbolo dell'ignoto o di una quantità/qualità variabile [...] X-are significa predire l'arrivo del fattore X.

"Desidero una rivoluzione delle donne come si desidera
un amante.
Desidero così ardentemente questa libertà,
questo fine della lotta e della paura e delle bugie
che tutti esaliamo, che potrei anche morire
per la passione con cui lo desidero" (Robin Morgan)

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L'unione delle donne nella sorellanza per la liberazione sta diventando una caratteristica molto diffusa della cultura americana, e il movimento va rapidamente assumendo dimensioni mondiali.
L'unione si regge sul condiviso riconoscimento che in tutto il mondo esistono caste sessuali e che il fenomeno è sostanzialmente uguale sia in Arabia Saudita sia in Svezia. Questo sistema planetario di caste sessuali comporta l'attribuzione degli individui sin dalla nascita a gruppi gerarchicamente ordinati i cui membri hanno diseguale accesso a beni, servizi e prestigio. [...] Il sistema di casta dello sfruttamento sessuale non potrebbe perpetrarsi senza il consenso sia del sesso dominante che delle vittime, e tale consenso viene ottenuto mediante la socializzazione nei ruoli sessuali: un processo di condizionamento che inizia ad operare dal momento della nascita e che è imposto dalla maggior parte delle istituzioni [...] La religione patriarcale ha servito a perpetuare tutte queste dinamiche fraudolente definendole "naturali" e conferendo loro le proprie soprannaturali benedizioni. Il sistema è stato reclamizzato come "conforme al progetto divino" (Nota di Lunaria: si veda a Genesi il famoso anatema del creatore maschio contro la donna: "Verso tuo marito sarà il tuo istinto ed egli ti dominerà"; si veda anche San Paolo: "Il marito è capo della moglie", e poi Agostino e San Tommaso d'Aquino, con i loro commenti sulla genesi e su cosa sia la donna in rapporto all'uomo; e ancora, come cita Mary Daly, Karl Barth, nel '900, che ancora giudicava la donna ontologicamente inferiore all'uomo, come Jean Guitton, e Kilmer Myers che insisteva sul divieto del sacerdozio femminile perché "Gesù era maschio")

"Teologie ed etiche apertamente ed esplicitamente oppressive nei confronti delle donne non sono affatto confinate al passato. Il simbolismo esclusivamente mascolino per Dio, per la nozione di divina incarnazione in natura umana e per il rapporto tra gli esseri umani e Dio rafforza la gerarchia sessuale."

"è alquanto osceno preoccuparsi di giustificare un autore morto da un pezzo (Paolo) e rimproverare alle donne una pretesa mancanza di erudizione invece di occuparsi della profonda ingiustizia che la religione continua a perpetrare. La critica della donna non riguarda solo pochi brani bensì un intero universo di supposizioni sessiste. [...] Gli aspiranti pacificatori delle donne amano molto citare il testo paolino che proclama "in Cristo non c'è né maschio né femmina". Viene spontaneo rispondere che anche se fosse vero, di fatto altrove maschio e femmina sicuramente ci sono. Per di più, i fatti concreti della realtà sociale e dato il fatto che l'immagine di Cristo è maschile, ci si deve chiedere quale significato-contenuto questa frase possa mai avere" (Nota di Lunaria: la dissoluzione della femminilità, visto che cristo mantiene su di sé i soli tratti maschili E NON ASSUME quelli femminili)

"In un contesto sessista, i sistemi simbolici e gli apparati concettuali sono stati creati dai maschi; non rispecchiano l'esperienza delle donne, ma piuttosto operano nel senso di falsificare la nostra immagine di noi stesse e del nostro vissuto."

"Il metodo di liberazione comporta quindi la castrazione del linguaggio e delle immagini che perpetuano e rispecchiano le strutture di un mondo sessista. Esso castra precisamente nel senso che taglia via il sistema fallocentrico di valori imposti come patriarcato, nelle sue espressioni più sottili come in quelle più manifeste. [...] Le femministe sono abituate a sentirsi etichettare come "femmine castratrici". Alcune hanno giustamente ribattuto che se "castrare" significa sostanzialmente privare di potere, potenza, creatività, capacità di comunicare, sono proprio le donne che vengono castrate dalla società sessista"
Questo libro è stato scritto con speranza; io spero che esso rappresenti non soltanto una continuazione ma un nuovo inizio. Sicuramente non è l'Ultima Parola; ma in quanto genera la parola giusta, qualcuno lo ascolterà, perché la parola giusta ha in sé il potere della realtà."

I - Dopo la morte di Dio Padre


"L'immagine biblica e popolare di un Dio simile ad un grande patriarca celeste che ricompensa o punisce secondo la propria misteriosa e apparentemente arbitraria volontà ha dominato l'immaginario collettivo per migliaia di anni. Il simbolo del Dio Padre, moltiplicatosi nell'immaginazione e ritenuto credibile dal patriarcato, ha, di conseguenza, reso un servigio a questo tipo di società, facendo apparire giusti ed adeguati i suoi meccanismi per l'oppressione delle donne. Se Dio nel "suo" Cielo è un padre che governa la "sua" gente allora nella "natura" delle cose è conforme al piano divino e all'ordine dell'universo che la società sia dominata dal maschio.
In questo ambito si verifica una mistificazione dei ruoli: il marito che domina la moglie rappresenta lo "stesso" Dio.
Le immagini e i valori di una data società sono stati proiettati nel reame dei dogmi e degli "articoli di fede" e questi a loro volta giustificano le strutture sociali che li hanno generati e li rendono credibili."

"La figura del Padre divino che sta nei cieli non ha sempre incoraggiato comportamenti umanitari; il comportamento spesso crudele dei cristiani verso i non credenti e i dissidenti fornisce molte indicazioni non solo circa i valori di una società dominata da questa immagine ma anche circa il funzionamento dell'immagine stessa rispetto ai comportamenti."

"Ho già suggerito che se Dio è maschio, allora il maschio è Dio.
Il divino patriarca castra le donne finquando riesce a continuare a vivere nell'immaginazione umana. Il processo di recisione del Supremo Fallo difficilmente può essere una questione meramente razionale. Il problema è quello della trasformazione dell'immaginario collettivo affinché questo travisamento dell'ispirazione umana alla trascendenza perda la sua credibilità.
Alcune leaders religiose, soprattutto Mary Baker Eddy e Ann Lee, fino ad un certo punto riuscirono a vedere il problema e sottolinearono l'aspetto "materno" di quello che chiamavano "Dio". Alcune femministe si sono riferite a "Dio" con "Lei".
Il tutto sicuramente costituisce un argomento, ma l'analisi deve farsi più profonda, deve avvenire all'interno della donna, nel nostro essere e nell'immagine che abbiamo di noi stesse, altrimenti si corre il pericolo di accontentarsi di semplici riforme, riflessa nel fenomeno del "crossing" cioè nel tentativo di usare le armi dell'oppressore contro di lui. L'immagine del Dio Nero della Teologia Nera lo illustra. Si potrebbe legittimamente dimostrare che un'operazione transessuale su "Dio" cambiando il "lui" con il "lei", sarebbe un'alterazione di gran lunga più profonda di un mero cambiamento cromatico" (nota di Lunaria: qui Mary Daly si riferisce alle immagine dei "Black Jesus", dove Gesù appare con tratti africani; questo perché non solo la Teologia ufficiale "dipinge" Dio/Gesù con tratti virili, ma persino "bianco-centrici";  anche le immagini di Maria - sempre bellissima, perfettissima, giovanissima - sono una sorta di messaggio discriminatorio nei confronti di tutte le donne comuni; il significato è questo: "la madre di Dio" è bellissima; non così voi altre donne - tutte - destinate a invecchiare e a imputridire... ammirate, nel dipinto di una Maria bellissima, la vostra inferiorità a lei").
"Le varie teologie che ipostatizzano la trascendenza, cioè quelle che, in un modo o nell'altro, oggettivano "Dio" in quanto essere, tentano con ciò, in modo autocontraddittorio, di immaginare la realtà trascendente come finita. "Dio" quindi adempie alla funzione di legittimare lo status quo sociale, economico e politico, al quale sono subordinate la donna e altri gruppi vittimizzati.
"Dio" può essere usato in modo oppressivo contro le donne in vari modi. Primo: ciò accade in maniera evidente quando i teologi dichiarano la subordinazione delle donne alla volontà di Dio. Questo, ovviamente, è accaduto per secoli e ci sono dei residui, a diversi livelli di sottigliezza e chiarezza, negli scritti dei pensatori del ventesimo secolo, quali Barth, Bonhoeffer, Niebihr e de Chardin (Nota di Lunaria: a questi aggiungo anche Jean Guitton, che dedica un'intera pagina del suo orribile "La Vergine Maria" a dimostrare come la donna manchi di intelletto e "che nessuna scoperta scientifica si può ascrivere a una donna")
Secondo: anche se non c'è questa giustificazione esplicitamente oppressiva, il fenomeno è presente quando si usa un simbolismo unisessuale per Dio e per la relazione umana a Dio. Il seguente passo illustra questo punto:
"Credere in Dio Padre è divenire consapevoli di sé non come un estraneo, un profano o una persona alienata, ma come un figlio che appartiene, o una persona designata, a un destino meraviglioso, che condivide con l'intera comunità. Credere in Dio Padre significa riuscire a dire "noi" in relazione a tutti gli uomini"
Una donna dalla coscienza critica può dire che un simile linguaggio la rende consapevole come estranea, profana e persona alienata, non in quanto figlia che appartiene, o che è destinata, ad un destino meraviglioso. Lei non può appartenergli, a meno che non acconsenta alla sua lobotomia.
Terzo: anche quando gli assunti fondamentali del linguaggio di Dio sembrano asessuati e quando il linguaggio è alquanto purificato dall'ossessione della mascolinità, è nocivo, ed implicitamente coerente con il sessismo, se incoraggia l'allontanamento dalla realtà della lotta umana contro l'oppressione nelle sue manifestazioni concrete. Cioè: la mancanza della relazione esplicita tra l'intellezione e il fatto dell'oppressione nelle sue forme specifiche, quale la gerarchia sessuale, è essa stessa oppressiva. è questo il caso dei teologi che scrivono lunghi trattati sulla speranza creativa, sulla teologia politica o sulla rivoluzione senza una conoscenza specifica del, o senza un'applicazione del problema del sessismo, o di altre forme di ingiustizia. [...] Forse un'ovvia ragione di ciò sta nel fatto che quei teologi non hanno condiviso l'esperienza dell'oppressione e, quindi, scrivono dalla distanza privilegiata di chi, tutto al più, ha una "conoscenza approssimativa" dell'argomento."

"Ho già detto che sarebbe irrealistico mettere da parte il fatto che gli strumenti simbolici e linguistici della comunicazione - che comprendono essenzialmente tutta la tradizione teologica nelle religioni del mondo - sono stati formulati dai maschi nelle condizioni del patriarcato. è quindi intrinseco a queste strutture simboliche e linguistiche che esse servano agli scopi degli ordinamenti sociali patriarcali."   

"Gli studiosi pur essendo consapevoli che i testi di teologi e "autorità religiose" (da Agostino a Tommaso d'Aquino, a Lutero, a Knox, a Barth) disumanizzano la donna nella maniera più grossolana hanno contemporaneamente potuto trattare con la massima reverenza e il massimo rispetto le indimostrate opinioni dei suddetti autori su argomenti di gran lunga più imponderabili. Vale a dire, la flagrante misoginia di costoro non ha fornito l'occasione di metterne in dubbio la credibilità." (Nota di Lunaria: si ricordi che Tommaso d'Aquino è PERSINO DIFESO DA DONNE  e che per l'Aquino esiste ANCORA UNA FORMA DI IDOLATRIA CATTOLICA PER TUTTI I SUOI CONCETTI, ANCHE QUELLI PIù ABOMINEVOLI!!!)

"Un altro idolo è il Dio dell'Aldilà. In passato il volto più comune assunto da questa divinità era quella del Giudice la cui principale occupazione consiste nel ricompensare e punire dopo la morte. Come ha osservato Simone de Beauvoir, le maggiori consumatrici di questo prodotto della religione sono state le donne. Poiché il sesso femminile ha sempre avuto così poche possibilità di realizzarsi in "questa vita", è naturale che abbia focalizzato l'attenzione sull'altra. Essendo consumatrici di massa di questa immagine le donne hanno il potere di farla sparire dal mercato, soprattutto vivendo un'esistenza piena qui ed ora."

"Un terzo idolo è il Dio Giudice del "peccato" che conferma la correttezza delle norme e dei ruoli del sistema dominante provvedendo a mantenere in vita una falsa coscienza e sensi di colpa autodistruttivi. Le donne hanno patito sofferenze sia fisiche che mentali per opera di questa divinità, in nome della quale è stato detto loro che il controllo delle nascite e l'aborto sono inequivocabilmente illeciti, che devono restare soggette ai loro mariti, che devono presenziare a rituali e funzioni nei quali gli uomini ricoprono tutti i ruoli di comando mentre esse vengono umiliate non solo per mezzo della passività loro imposta ma anche verbalmente e simbolicamente (...) La crescita della donna nel rispetto di se stessa darà il colpo di grazia a questo e agli altri demoni travestiti da dei."

"Perché Dio deve essere proprio un sostantivo? Perché non un verbo, il più attivo e dinamico dei verbi? Dare per nome a "Dio" un sostantivo che non è stato un assassinio di quel dinamico Verbo? E non è il Verbo infinitamente più personale di un semplice, statico, sostantivo? Può darsi che i simboli antropomorfici per Dio si prefiggano di renderlo personale, ma non riescono a comunicare che Dio è Divenire. Le donne che ora vivono lo shock del non essere e l'impeto di autoaffermazione contro di esso sono propense ad intendere la trascendenza come il Verbo nel quale partecipiamo, viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere."


III - Al di là della cristolatria: un mondo senza modelli

"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù.
Gran parte della dottrina cristiana è docetica, cioè non accetta seriamente il fatto che Gesù fosse un limitato essere umano.
(nota di Lunaria: infatti affermare che Gesù avesse una parvenza di corpo, fosse "fantasma" senza carne, è cadere nell'eresia)
Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù."

"Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")

"Io ritengo che l'idolatria cristiana nei confronti della persona Gesù non verrà probabilmente superata se non per mezzo della rivoluzione in corso nella coscienza femminile. Diviene sempre più evidente che i simboli esclusivamente mascolini per l'ideale della "incarnazione" o per quello della realizzazione umana non vanno bene (...) Forse assisteremo ad una rimitizzazione della religione. Può darsi che anche in futuro continui a rendersi necessario un qualche simbolismo per l'incarnazione del divino negli esseri umani, ma è assai improbabile che donne e uomini continuino a trovare plausibile un simbolismo epitomizzato dall'immagine della Vergine che adora in ginocchio il suo proprio figlio; forse esso verrà sostituito da un'iconografia non gerarchica" (Nota di Lunaria: Il libro è del 1973. Mary Daly era fin troppo ottimista. Sappiamo tutti che le donne sono ancora cristiane, nel 2020!)

"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

"Le qualità che il cristianesimo idealizza, specialmente nelle donne, sono anch'esse quelle di una vittima: amore sacrificale, passiva accettazione della sofferenza, umiltà, mansuetudine. Poichè queste sono le qualità idealizzate in Gesù "che è morto per i nostri peccati", il fatto che egli funga da modello rafforza nelle donne la sindrome del capro espiatorio. Data la condizione di oppressione della donna nella società sessista, queste virtù non sembrano proprio qualità da incoraggiare nelle donne stesse. Inoltre poichè le donne non possono essere abbastanza buone da vivere all'altezza di questo ideale e poichè sono tutte, per definizione sessuale, diverse dal salvatore maschio, questo è un modello impossibile (...) Le donne non sono le vittime "innocenti" che offrono se stesse immolandosi per i peccati degli altri, come la teologia cristiana raffigura Gesù; in realtà il sesso femminile non è mai stato sollevato dalla colpa.
Chi è ufficialmente investito dal sacerdozio condivide l'innocenza e la dignità attiva del Cristo. Le donne, benchè incoraggiate a imitare l'amore sacrificale di Gesù e quindi ad accettare di buon grado il ruolo di vittima, rimangono essenzialmente identificate con Eva e col male. La salvazione giunge esclusivamente tramite il maschio."

"Si è obiettato che oltre a non essere donna, Gesù non era nero, né anziano, né cinese, ecc. Questo sembra implicare che le donne non siano gli unici "outsiders". Il problema non sta nel fatto che il Gesù dei Vangeli era maschio, giovane e semita, bensì nell'identificazione esclusiva di questa persona con Dio in modo tale che le concezioni cristiane della divinità e dell'immagine di Dio sono tutte oggettificate in Gesù. La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità".
(Nota di Lunaria: affermare che "Dio non si è fatto femmina, ma non si è fatto neppure nero o cinese" è comunque facilmente confutabile: nero, cinese, semita condividono tutti, comunque, la virilità. Quindi a cambiare sono gli "accidenti" - i capelli, la pelle, la statura ecc. - non il tratto fondamentale: la virilità è uguale in un nero, in un cinese, in un semita, in un europeo. Il Cristo maschio ebreo non discrimina, nella sua maschilità, né neri né cinesi, proprio perché col maschio ebreo condividono la condizione virile. Si legga, sempre in Mary Daly, questa assurdità che l'Autrice riporta: "Posti davanti al problema della donna rispetto a Cristo, i teologi a volte affermano che quando le donne conseguiranno finalmente l'uguaglianza "Non avrà importanza che Dio sia venuto in forma d'uomo"... accidenti! Che fulgido esempio di democrazia e pari opportunità! Considerato che il Dio Maschio HA GIUSTIFICATO la stessa OPPRESSIONE delle donne, si veda l'esempio dell'Aquino, di von Balthasar e teologi simili che magnificano la virilità di Cristo, affermando che è proprio perché Dio si fece solo maschio, che logicamente ne deriva che la femmina è inferiore!)

"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

La gloria compensativa: l'immagine di Maria come modello

"Il cattolicesimo ha offerto alle donne una gloria riflessa e comprensiva mediante l'identificazione con maria. L'inimitabilità del modello della Vergine Madre (nota di Lunaria: priva di piacere sessuale) ha fatto sì che tutte le donne restassero sostanzialmente identificate con Eva; e al tempo stesso è servita a separare l'ideale femminile del bene dal ruolo attivo attribuito a gesù."
(Nota di Lunaria: ci si ricordi che maria non è una Dea: è "la serva del Signore")

"L'Immacolata Concezione "avvenne" in anticipazione della divinità di cristo. Si dice, cioè, che maria fu "concepita senza peccato" affinché fosse degna di divenire la madre di gesù che era divino. Ancora una volta la dottrina mariana consolida il sistema delle caste sessuali."

"Anche nella dottrina dell'Assunzione si può riscontrare un contenuto profetico intrecciato al contenuto sessista. Questa dottrina venne ufficialmente proclamata da Pio XII nella costituzione apostolica "Munificentissims", il 1° Novembre 1950.
Esso dice che la Vergine fu assunta, corpo ed anima, nella gloria celeste al termine del suo soggiorno in terra."
(Nota di Lunaria: ovviamente è fantasia papale, e non c'è traccia di questo evento nei vangeli)
I teologi cattolici sostengono che l'uso del termine "Assunzione" per maria, contrapposto al termine "Ascensione" impiegato per gesù, è significativo, perché "l'ascensione" è attiva e suggerisce l'idea che gesù salì per potere proprio, mentre l'"assunzione" è passiva: maria venne "tirata su". Il gergo supporta la gerarchia sessuale."
(Nota di Lunaria: ancora una volta, la femmina è passiva e accetta in piena docilità l'agire maschile! Prima la feconda, poi "la tira su"...)

"Berdjaev scrisse: "Il culto della Madre di Dio, della Santissima Vergine, è sostanzialmente distinto dall'adorazione pagana del principio femminile; è l'adorazione di una femminilità completamente illuminata e serena, che ha conseguito la vittoria sull'elemento vile presente nella femminilità."
Il testo è ovviamente interessante per la sua franca affermazione che c'è un elemento vile presente nella femminilità. La "serena femminilità" di maria ha conseguito la vittoria su di esso. Ci si può chiedere che razza di vittoria rappresenti il ruolo subordinato di maria nel cristianesimo. La logica conclusione è che la "serenità" del simbolo di maria, la quale nel cristianesimo ha sempre avuto ufficialmente un'importanza minore, trae origine proprio da questa subordinazione, che è necessaria per purificare l'elemento femminile (...) Ancora più interessante è l'indimostrato presupposto di Berdjaev (e di altri) che il culto della "Madre di Dio" sia "sostanzialmente" distinto dalla "pagana" adorazione della Grande Madre, la quale presumibilmente contiene un elemento vile e sinistro, peculiare della femminilità, che viene purificato nel cristianesimo." 
(Nota di Lunaria: le Dee Pagane erano e sono Dee sessuali, legate anche al godimento: Venere, Ishtar, Astarte, Lilith, Pomba Gira, Erzulie)

"Dobbiamo anche prendere in esame la possibilità che l'affermazione secondo cui il cristianesimo "ha elevato la condizione della donna" e affermato "la nostra dignità" sia un prodotto del ribaltamento. Le donne che hanno tentato di essere contemporaneamente femministe e cristiane condividono generalmente tale affermazione, e credono che il cristianesimo abbia in passato promosso la causa delle donne ma che oggi sia (chissà perché) rimasto indietro. Tuttavia la storia della barbara crudeltà contro le donne nel mondo cristiano non si presta molto a convalidare apologie di questo tipo. La teologia cristiana ha abbondantemente affermato che le donne sono inferiori, deboli, depravate e viziose. Le conseguenze logiche di tale opinione si sono concretizzate in un crudele complesso di norme sociali che hanno abbreviato e schiacciato la vita delle donne.
Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile.
Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."

Conclusione di Lunaria: Proprio PERCHé cristo GIUSTIFICA che Dio sia maschio, che Dio abbia elevato il solo maschio e che la femmina sia inferiore, cristo stesso GIUSTIFICA QUINDI IL PATRIARCATO proprio perché non si è fatto anche femmina.


II - Esorcizzare Eva dal male: la caduta nella libertà

Il mito di Adamo ed Eva

"Questo mito ha proiettato un'immagine maligna del rapporto uomo-donna e della "natura" femminile, immagine tuttora fortemente impressa nella psiche moderna. Nella tradizione cristiana esso continua a influenzare il funzionamento dell'immaginazione teologica. Berdjaev ha potuto
scrivere lo sbalorditivo commento che "c'è qualcosa di basso e sinistro nell'elemento femminile".

"Il mito introduce schemi distruttivi nel tessuto della nostra cultura. La letteratura e i mass media ripetono in tutta serietà il motivo di "Eva tentatrice", e così fanno le motivazioni razionalizzate per costumi sociali e leggi civili, che, come la legislazione sull'aborto, incorporano atteggiamenti punitivi contro la sessualità della donna"

"La storia della Caduta è un tentativo di far fronte alla confusione provata dagli esseri umani che cercavano di dare un senso alla tragedia e all'assurdità della condizione umana. Disgraziatamente, trattandosi di un tentativo esclusivamente maschile nel contesto di una società dominata dai maschi, è riuscito soprattutto a rispecchiare l'imperfetta struttura sociale dell'epoca. Il mito è stato sia sintomo che strumento di un ulteriore contagio. Il suo maggior risultato fu di consolidare l'oppressione sessuale nella società, di modo che la posizione di inferiorità della donna nell'universo divenne doppiamente giustificata. Essa non solo traeva origine dall'uomo, ma era anche la causa della sua caduta e di tutte le sue sventure."

"La proiezione del senso di colpa sulla donna è, in senso proprio, la Caduta del patriarcato, la menzogna primaria. Insieme con la sua progenie - la teologia del peccato originale - il mito rivela la
"Caduta" della religione nel ruolo di prostituta del patriarcato (...)
Il messaggio che esso involontariamente comunica è che nel patriarcato, con l'aiuto della religione, la donna è stato il capro espiatorio primordiale."

"Il mito della Caduta può essere considerato un prototipo di falso nominare. Elizabeth Cady Stanton mise correttamente in evidenza il ruolo chiave ricoperto dal mito del male femminile, su cui si fonda tutta la struttura dell'ideologia fallica cristiana. Come ho già accennato, il mito assume proporzioni cosmiche poichè il punto di vista maschile viene trasformato nel punto di vista di Dio."

"Come ha detto un autore (H.R. Hays "The Dangerous Sex: The Myth of Feminine Evil", 1964), "La caduta dell'uomo dovrebbe venire correttamente denominata caduta della donna, perché una volta di più si imputano al secondo sesso tutti i guai del mondo".
L'atteggiamento negativo del maschio è diretto contro la donna: questo è chiaramente il clima psicologico prevalente che diede origine al mito e ne sostenne la credibilità. Il mito ha legittimato non solo l'indirizzamento del disprezzo di sé del maschio contro la donna, ma anche l'indirizzamento del disprezzo di sé della donna contro se stessa, verso l'interno. Finchè si permette al mito del male femminile di dominare la coscienza umana e le strutture sociali, esso fornisce lo scenario per l'oppressione delle donne, sia da parte degli uomini che delle donne stesse.
Oggi è comunemente noto che i membri di un qualsivoglia gruppo oppresso soffrono di una coscienza divisa. Freire ha descritto questo fenomeno: "Gli oppressi soffrono del dualismo che si è instaurato nel più profondo del loro essere (...) Essi sono contemporaneamente se stessi e l'oppressore, del quale hanno interiorizzato la coscienza."
(Nota di Lunaria: si vedano gli scritti dei maschi neri, Césaire e Senghor, che parlavano di dinamiche di senso di inferiorità interiorizzato, nel loro caso, nei confronti del "grande padrone bianco")
In quanto esseri contraddittori e divisi, gli oppressi non afferrano completamente il fatto paralizzante che l'oppressore, avendo invaso la psiche delle sue vittime, ora esiste dentro di loro; si ritrovano presi in una rete di comportamenti perdenti (...) La religione patriarcale contribuisce alla questione intensificando il processo mediante il quale le donne interiorizzano la coscienza dell'oppressore. Poichè i giudizi dei maschi sono stati trasformati nel giudizio di Dio, per la donna accettare il fardello del senso di colpa, vedendo se stessa con gli occhi del maschio sciovinista, diventa un dovere religioso. La religione esige che le donne interiorizzino queste immagini."

Guarigione

"Per le donne ciò significa esorcizzare la presenza interiorizzata del patriarca che porta con sé sensi di colpa, di inferiorità e di autodisprezzo che si estendono alle altre donne. Significa riconoscere che le donne sono realmente possedute da un potere diabolico residente all'interno della psiche - il soggetto maschile interiore - che riduce il sé a un oggetto. Espellere questa presenza aliena significa affermare che "donna è bello" non nel senso di accogliere modelli patriarcali e standard imposti per valutare le donne, bensì nel senso che le donne scoprono e definiscono se stesse."

Sorellanza

"Una minoranza formata da una sola persona ha poche probabilità di sopravvivere. Il fenomeno dell'unione fra donne, espressa dal termine "sorellanza" è quindi essenziale per condurre la battaglia contro la falsa coscienza. Solo le donne che si ascoltano reciprocamente possono creare un mondo alternativo al senso della realtà prevalente."

"Un altro effetto collaterale della complicità femminile è, naturalmente l'antifemminismo femminile. Esso, a differenza dell'antifemminismo maschile, assume raramente forme violente in senso fisico. Quella parte della donna antifemminista che si identifica con la struttura di potere considera una donna che minaccia tale struttura come una minaccia rivolta verso a se stessa; esprime quindi disapprovazione e ostilità."

"Un terzo effetto del peccato originale della donna è la falsa umiltà, che è un'interiorizzazione dell'opinione maschile in una società androcentrica (...) Un esempio eclatante di organizzazione di questo tipo è Il Consiglio Nazionale delle Donne Cattoliche" che si è opposto all'emendamento sulla parità dei diritti. Alcune sue portavoce espressero il timore che questo emendamento costituisse "una minaccia alla natura della donna".

"In definitiva, solo le donne possono sradicare la violenza psicologica fatta dalle e mediante le donne ai membri del nostro sesso, aiutandosi a vicenda e rendendosi reciprocamente consapevoli di una duplicità che è in larga misura inconscia."

"Le donne sono state condizionate a considerare riprovevole ogni atto che affermi il valore dell'ego femminile. L'ambizione femminile può "passare" solo quando viene diluita nell'ambizione vicaria tramite il maschio o per conto dei valori patriarcali. Per controbattere questa autosvalutazione di massa le donne dovranno costruire l'orgoglio femminile, alzando i nostri standard relativi a quanto è bello essere donna. Il nostro fallimento è consistito nel non aver affermato attivamente l'ego femminile. Se dobbiamo vergognarci di qualcosa, è di questo."

Sorellanza significa rivoluzione

"La sorellanza è per definizione l'unione di coloro che sono oppresse (...) Il termine "sorellanza" puntualizza direttamente il fenomeno rivoluzionario dell'unione tra coloro che sono state condizionate a rimanere divise e poste l'una contro l'altra."

La sindrome del capro espiatorio

"Eva fu un risultato di tale esigenza. Essa rappresenta la categoria in cui la tradizione cristiana ha mirato a collocare tutte le donne che non sono riuscite a imitare il modello alquanto imbarazzante della vergine madre. Si può intuire come la creazione di donne "cattive" e la loro trasformazione in capri espiatori sia servita alla società sessista ascoltando ciò che i teologi hanno detto sull'argomento della prostituzione. Agostino scrisse:
"Che cosa può essere chiamato più sordido, più spudorato, più ignominioso delle prostitute, dei bordelli, e di ogni altro male di questo genere? Tuttavia, eliminate le prostitute dalle cose del mondo e contaminerete tutto con la lussuria; ponetele fra le matrone oneste, e disonorerete tutto con la vergogna e la turpitudine." ("De ordine", Liber secundus, caput IV, 12)
Ricamando su questo squarcio di saggezza maschile, Tommaso d'Aquino rilevò che:
"La prostituzione nel mondo è come la melma nel mare o la cloaca in un palazzo. Togliete la cloaca e riempirete il palazzo di inquinamenti; e analogamente con la melma nel mare. Togliete le prostitute dal mondo, e lo riempirete di sodomia... Perciò Agostino dice che la città terrena ha fatto dell'uso di prostitute un'immoralità lecita." (Opuscola, 14)
Il fatto è che alle prostitute è stato assegnato il privilegio di servire da valvola di sicurezza venerea per gli uomini. 
Sorgono alcuni interessanti quesiti: la lussuria di chi contaminerebbe tutte le cose, senza di loro? E la virtù di chi viene salvaguardata? Certo non la virtù delle prostitute o degli uomini che le usano; verosimilmente è la "virtù" delle oneste matrone, che naturalmente non hanno tale sfogo venereo e la cui "virtù" sembra consista nel non servire da cloaca ad altri che ai loro mariti, evitando di conseguenza nascite illegittime. Esse cioè rimangono incontaminata proprietà privata del marito (o del padre, se vergini). La società per come è strutturata ha bisogno di questa miserabile casta (...) Nel caso dell'ideale di virtù inflitto alle donne, esiste una speciale aura di glorificazione dell'ideale stesso: ne vediamo l'esempio in colei che lo simboleggia: maria. Questo ideale impossibile ha, in definitiva, una funzione punitiva perché naturalmente nessuna donna reale può esserne all'altezza (si consideri l'impossibilità di essere vergine madre). Esso rigetta tutte le donne nella condizione di Eva e quindi sostanzialmente rinforza l'universalità dello status inferiore della donna nel sistema di caste."

La distruzione della vittima: Malleus Maleficarum

"Un esempio ancora più interessante di distruzione totale selettiva [gino-cidio] di un gran numero di donne fu la tortura e la messa al rogo di coloro che la Chiesa condannò come streghe.
La più importante opera medioevale su questo soggetto, il Malleus Maleficarum, scritto da due domenicani, Sprenger e Kramer, nel quindicesimo secolo, proclama che "le donne soprattutto sono dedite alle superstizioni del male (...) ogni stregoneria deriva dalla lussuria carnale, che nelle donne è insaziabile." Secondo gli autori, gli uomini sono protetti da questo orrendo crimine perché Gesù era un uomo (*). A differenza della mitica Eva, le streghe furono persone realmente esistenti condannate dalla gerarchia ecclesiastica che si sentiva minacciata dal loro potere (...) Come evidenzia Michelet, c'è motivo di credere che le levatrici e le guaritrici fossero grandemente temute dalla Chiesa perché il loro potere minacciava la supremazia del clero"

(*) "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato"

"Alcuni studiosi osservano che esaminando le registrazioni dei processi alle streghe ci troviamo di fronte ai residui di una religione pagana che il cristianesimo era deciso ad annientare (...) quelle individuate come streghe erano frequentemente caratterizzate dal fatto di essere (o di essere ritenute) in possesso del potere che nasce da un particolare tipo di conoscenza, come nel caso delle "savie" che conoscevano i poteri curativi delle erbe e da cui la gente si recava per aiuto e consiglio. Definite malvage, esse divennero il capo espiatorio della società."

Al di là del bene e del male

"La liberazione inizia quando le donne rifiutano di essere "buone" e/o "sane" secondo gli standard prevalenti. Essere donna è essere deviante per definizione nella cultura dominante (Nota di Lunaria: "maschio mancato, privo di pene", secondo San Tommaso d'Aquino; la femminilità non è che un errore della natura, che crea un maschio malriuscito) essere donna e ribelle significa essere intollerabilmente deviante. Significa andare al di là delle definizioni imposte di "buona" e "cattiva", al di là delle categorie di prostituta e moglie: equivale ad assumere il ruolo di strega e pazza (...) la parola "Witch", strega", è imparentata con "Wit" ("Spirito"), che fondamentalmente significa conoscere. La conoscenza della strega è sempre consistita nel saper predire il futuro."
"I simboli della religione patriarcale meritano effettivamente di "morire". Il significato dell'evoluzione della donna è al di là della loro morte e della loro rinascita. Non è in gioco un semplice ritorno ciclico o una resurrezione del sacro nella coscienza profana; l'evoluzione della donna piuttosto è più simile ad una nuova creazione."


IV - Il cambiamento dei valori: la fine della morale fallica


"Buona parte della morale tradizionalmente in vigore insiste in modo unilaterale e teorico, sulla carità, la mitezza, l'obbedienza, l'umiltà, l'abnegazione, lo spirito di sacrificio, la disponibilità.
Uno dei problemi di questa ideologia morale è che non l'hanno abbracciata gli uomini bensì le donne, le quali non vengono molto aiutate da un'etica che ne rende ancora più abietta la condizione."

"Tuttavia prima che possa cominciare a sorgere un mondo androgino (un mondo in cui persino lo stesso termine "androgino" verrebbe svuotato di significato, perché tale parola rispecchia l'eredità arcaica del dualismo psicosessuale) le donne dovranno assumersi il compito di castrare l'etica fallica (che "sembra" un'etica femminile o passiva) facendo sgorgare dalla nostra esperienza un nuovo nominare nel campo della morale."

"In convegni e dibattiti sul tema "religione e aborto" ho spesso citato le seguenti statistiche: il 100% dei vescovi che si oppongono all'abrogazione delle leggi antiaborto sono uomini, e il 100% delle persone che abortiscono sono donne."

"L'etica femminista che sta nascendo ha come punto centrale non già il sacrificio ma la realizzazione del sé, nella e con la comunità.
Il genere di sofferenza a cui riconosce un valore è quella che si prova nella lotta contro l'oppressione, e non quella che accompagna un'abietta sottomissione."
 
La Sacrilega Trinità: stupro, genocidio, guerra

"Un recente esempio è l'orribile trattamento inflitto alle donne del Bangladesh. Al tempo della guerra civile tra Pakistan orientale e occidentale si venne a conoscenza di molti orrendi episodi, ma non ebbero grande diffusione i dolorosi resoconti rivelati da circa 200mila donne bengalesi, violentate dai soldati del Pakistan occidentale, che sono state abbandonate dai rispettivi mariti perché nessun musulmano vivrebbe con una donna che "è stata toccata da un altro uomo". Nella città di Camilla, presso Dacca, le donne furono violentate e poi gettate giù dai tetti come immondizia. "Una bambina di otto anni, che era troppo stretta per gli scopi del soldati, fu tagliata per loro comodità e violentata a morte." Le vittime furono poi abbandonate dai mariti perché immonde, che è il naturale corollario del considerare le donne oggetti e possedimenti che devono avere un unico possessore."  

"Mentre migliaia di antinazisti tedeschi venivano torturati a morte nei campi di concentramento hitleriani, mentre l'intellighentzia polacca veniva massacrata, mentre centinaia di migliaia di russi morivano perché considerati Untermenschen slavi, e mentre sei milioni di esseri umani venivano assassinati perché non ariani, i prelati della Chiesa cattolica in Germania appoggiavano il regime che perpetrava tali crimini" (Guenther Lewy)
Come rivela lo stesso Lewy, teologi quali Michael Schmaus e Joseph Lortz hanno scoperto delle somiglianze di base tra la Weltanschaung nazista e quella cattolica. (Nota di Lunaria: io stessa l'ho fatto notare, in particolar modo, per quanto riguarda la Scolastica e il concetto teologico di predestinazione parlando di teologia non cattolica)
In ogni caso, sia che questa affinità venga chiamata un'infezione sia che la si riconosca come una dimensione di segreta identità, l'alleanza della gerarchia cattolica con le forze diaboliche è uno schema familiare. Negli anni '60 e '70 i vescovi cattolici americani, invece di occuparsi della politica genocida degli Usa nel Sudest asiatico, diressero tutta la loro attenzione sulla difesa dei feti."

"La terza dimensione della Sacrilega Trinità è la guerra. Theodore Roszak descrive "l'orribile rigoglio della politica del predominio maschile" che dalla fine del 19° secolo fino a metà del 20° secolo divenne più esplicita che mai. Personaggi diversi quali Teddy Roosevelt, il generale Homer Lea, Patrick Pearse e il filosofo politico spagnolo Juan Donoso-Cortes concordarono nell'associare la guerra alle "virtù virili e avventurose" e l'orrore delle persone civili per la guerra alla mancanza di virilità. Questa metafisica follia maschile trovò espressione nel nazismo e nel fascismo."

"La Sacrilega Trinità di Stupro, Genocidio e Guerra è una logica espressione del potere fallocentrico. Stupro, genocidio e guerra sono strutture di alienazione che si autoperpetuano, generando per l'eternità ulteriore estraniamento. Il circolo chiuso di distruzione generato dalla Sacrilega Trinità e riflesso nel simbolo trinitario incompleto del cristianesimo verrà spezzato quando le donne, che sono per definizione patriarcale oggetto di stupro, esprimeranno ed interiorizzeranno una nuova definizione di sé il cui irresistibile potere sia radicato nel potere dell'essere. Sbarazzarsi delle trinità diaboliche è evoluzione femminile."

DITTATORI APPROVATI DALLA CHIESA CATTOLICA O ORTODOSSA:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/i-crimini-del-dittatore-cattolico.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-dittatura-cattolica-di-ante-pavelic.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/le-croci-frecciate-ungheresi.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-dittatura-cattolica-nazista-in.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-cattolica-di-francisco.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/nazismo-e-chiese.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/per-unanalisi-alla-spagna-pre.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/i-crimini-della-chiesa-serbo-ortodossa.html


V - Unite per la Libertà: la Sorellanza come Antichiesa

"Vittime di un sistema planetario di caste la cui esistenza stessa ci è stata resa invisibile, le donne sono state divise l'una dall'altra mediante una pseudoidentificazione con gruppi androcentrici e androcratici. Tra di essi troviamo le svariate religioni la cui ideologia degrada ed inganna le donne al punto che esse nemmeno si accorgono di essere così degradate. La Sorellanza quindi, essendo un'unica unione nel suo genere delle donne contro la nostra riduzione a casta inferiore, è Antichiesa."
"Un altro esempio di questo fenomeno di "cancellazione" a livello diverso, è rappresentato da quello che fu per decenni il segreto meglio conservato della storia della biologia: il fatto che nella fase iniziale dello sviluppo tutti gli embrioni dei mammiferi sono di sesso femminile. Non vi fu alcuno sforzo cosciente di nascondere questa scoperta, e tuttavia essa venne caparbiamente ignorata. Poiché la teoria androcentrica dell'origine della donna dal maschio domina la coscienza popolare, nessun dato in realtà può fare la differenza. I dati e le loro implicazioni sono in effetti cancellati cosicché, come disse Lester Frank Ward, un qualsiasi numero di fatti che contraddicano una simile visione del mondo non può realmente scuoterla."

"L'immagine della Chiesa come sposa di Cristo è un altro modo per dire che essa è "l'estensione dell'incarnazione" perché nel patriarcato una sposa è soltanto un'estensione di suo marito.
La potenza di questa immagine deriva dalla nozione di divinità di Gesù, perché la credibilità dell'autorità dipende dalla convinzione che esse rappresentino il Dio Uomo. Il papa, che viene chiamato il vicario di Cristo in terra, e la gerarchia ecclesiastica del cattolicesimo, distinta dai laici, partecipano di questa identificazione (...) La pretesa "volontarietà" della sottomissione imposta dal patriarcato cristiano, dissimulando e rinforzando il processo di interiorizzazione, ha fatto sì che le donne si ponessero contro se stesse più profondamente che mai. Come avrebbe detto la Vergine Madre Maria: "Sia fatto di me secondo la Tua (del Dio Padre) parola" (...) Rettificando le parole di Nietzsche: "Ora, cosa sono queste chiese se non i sepolcri delle donne?".
Nietzsche, avendo le idee confuse, scrisse "sepolcri di Dio", ma il problema vero è che le chiese sono state gli uccisori della donna.
"Il cadavere di Dio" che esse contengono è l'essere umano non realizzato."

"La religione maschile seppellisce le donne in sepolcri di silenzio per poter salmodiare il proprio eterno e cupo lamento funebre di un passato che non è mai esistito. Il silenzio imposto alle donne riecheggia le strutture della gerarchia maschile. è importante ascoltare le strutture del silenzio imposto per poter udire il flusso dei nuovi suono di libero silenzio che sono la voce della Sorellanza come Antichiesa."

VI - La Sorellanza come convenzione cosmica

"Il centro in movimento, che è la fonte di energia della nuova sorellanza come comunità dell'esodo, è la promessa in noi stesse. è la promessa delle nostre mani, di cui stiamo cominciando a riscoprire la storia, e nelle nostre sorelle, a cui è stata rubata la voce. Il nostro viaggio è frutto di questa premessa - un viaggio nell'individualità e nella partecipazione, lasciandoci dietro le spalle la falsa identità e la società sessista."

"L'azione delle donne per ottenere il risarcimento dei danni comincia con una dichiarazione. Le donne che hanno affermato: "Tutto ciò che devi fare per divenire una strega è dire per tre volte a te stessa: Io sono una Strega, Io sono una Strega, Io sono una Strega", non stavano scherzando. è come pronunciare una parola che non può essere pronunciata. è un esorcismo contro il demone interiorizzato che divide il sé da se stesso. è un modo di dire "Io sono, Io sono, Io sono". Con questa dichiarazione ci si unisce alla nuova congrega e si scopre la convenzione."

"Quasi tutti i profeti ufficiali sono maschi e non hanno mai criticato il patriarcato in quanto tale [...] Il simbolismo dei profeti del Vecchio Testamento è molto maschilista. Essi sono fastidiosamente inclini a paragonare Israele a una prostituta. Isaia parla di Gerusalemme come di una meretrice (1,21) [...] Ezechiele (36:16-18) aggiunge: "Quando abitava la sua terra, la rese immonda con la sua condotta e le sue azioni. Come l'impurità della mestruata fu la loro condotta davanti a me. Perciò ho riversato su di loro la mia collera per il sangue che avevano sparso nella terra e per gli idoli con i quali l'avevano contaminata."

Ai profeti non è venuto in mente di condannare Israele come stupratore, che sarebbe stata una descrizione più esatta del suo comportamento.
Yahweh ha "riversato" la sua collera, e il senso di sporco suscitato dal violento spargimento di sangue viene proiettato sulle mestruazioni femminili."

"Per gli uomini del passato - e la maggior parte degli uomini vivono nel passato anziché nel presente - vivere significa cibarsi dei corpi e delle menti delle donne, svuotarle di ogni energia, a costo di ucciderle. Simile a Dracula, il maschio ha vissuto del sangue delle donne. è forse questa la ragione per cui nella tradizione patriarcale si riscontra un tale orrore del sangue femminile (...) L'insaziabile sete maschile di sangue femminile ha provocato nell'arco dei millenni una perpetua trasfusione - un'effusione di sangue a senso unico nelle arterie e nelle vene del mostro assettato di sangue, la Macchina Maschile, che ora può continuare la sua oscena esistenza solo per mezzo del genocidio."