VII - La Causa Ultima - La Causa delle cause

La causa ultima è la causa delle cause, perché è la causa della causalità di tutte le altre cause. (Assioma Scolastico)

La vera liberazione non è soltanto libera attività genitale ("La rivoluzione sessuale") ma pensiero, volontà, immaginazione, parola, creazione, azione, liberi e ribelli. è Essere. (Mary Daly)

Sei una Strega se dici ad alta voce, per tre volte, "Io sono una Strega" e lo pensi. Sei una Strega se sei femmina, indomita, arrabbiata, gioiosa e immortale. (Congreghe di New York)

"In un attimo di illuminazione una femminista radicale esclamò: "Noi siamo la causa ultima". Io credo che avesse ragione, da qui è scaturita la presente analisi filosofica."

"Quando Aristotele scriveva della causa ultima, intendeva per causa ciò che produce un effetto. I filosofi scolastici seguono la teoria aristotelica delle "quattro cause" per spiegare il cambiamento. Secondo questa teoria la causa materiale è ciò di cui è fatta una certa cosa (esempio: il legno di un tavolo).
La causa formale è ciò che ne determina la natura (come la forma del legno che ne fa un tavolo e non una sedia).
La causa efficiente è l'agente che produce il cambiamento per mezzo della sua azione (come il falegname che produce il tavolo).
La causa ultima è lo scopo che mette in moto l'intero processo (come il fine di avere un oggetto su cui mettere carte, libri).
La causa ultima è quindi la causa prima, perché muove l'agente ad agire sulla materia producendo una nuova forma."
 
Infine Mary Daly riepiloga il cristianesimo in una breve satira dello stesso:

"Quel linguaggio ha affermato per millenni che Eva era nata da Adamo, il primo fra i maschi nubili incinti che coraggiosamente preferì il parto in anestesia all'aborto, ottenendo di conseguenza una figlia-sposa. Un attento studio dei documenti che riportavano le imprese di Adamo e dei suoi figli preparò la strada all'arrivo della somma tra le somme religioni, i cui preti presero Adamo per maestro e modello. Escogitarono un sistema sacramentale che funzionò splendidamente all'interno della santa Casa degli Specchi. Benignamente sollevarono le donne dall'oneroso potere del parto, dandogli il nome di "battesimo". In questo modo innalzarono la funzione bassamente materiale della nascita, svolta dalle femmine con incompetenza e persino controvoglia, ad un livello più elevato e più spirituale. Riconoscendo che le femmine erano incapaci di svolgere persino gli umili compiti "femminili" loro assegnati dal Progetto Divino, i preti dello Specchio innalzarono tali funzioni a quel livello soprannaturale di cui essi soltanto erano competenti.
La nutrizione fu elevata al rango di Sacra Comunione. Il bagnetto acquistò dignità nel Battesimo e nella Confessione.
L'irrobustimento prese il nome di Cresima e la funzione consolatoria, che per l'instabilità della loro natura le femmine non erano in grado di svolgere soddisfacentemente, fu innalzata sul piano spirituale e chiamata Estrema Unzione. Per sottolineare il fatto già ovvio che tutte le femmine sono costituzionalmente escluse dal Club degli Uomini Consacrati, i preti dello Specchio emanarono la legge che i membri del club dovevano portare la sottana.
Per chiarire ulteriormente la questione, stabilirono che in certe occasioni speciali si facessero delle aggiunte all'abbigliamento: calze di seta, cappelli a punta, abiti di velluto e cappe di ermellino, sottolineando in tal modo il distacco dalle cose bassamente materiali e la consacrazione all'esercizio delle doti spirituali. Essi divennero così venerabili modelli di transessualismo spirituale.
Queste Madri Maschili consacrate, che naturalmente sono chiamate Padri, provavano un interesse materno per le donne affidate alle loro cure pastorali. Benché le donne siano per natura incompetenti e inclini alla confusione mentale ed emotiva, sono necessarie al Progetto Divino come ricettacoli del seme degli uomini, di modo che gli uomini possano nascere e quindi soprannaturalmente rinascere (nel modo giusto) come cittadini del Regno dei Cieli. Pertanto in puro spirito di carità i preti esortarono le donne a buttarsi anima e corpo nell'insostituibile ruolo di contenitori dei figli dei figli del Figlio di Dio. Sinceramente commossi dal fervore delle loro stesse parole, i preti educarono le donne ad accettare questo privilegio con atterrita umiltà."