III - Al di là della cristolatria: un mondo senza modelli

"L'ideologia cristiana presenta una distorsione prodotta dalla gerarchia sessuale e che la convalida, palese non solo nelle dottrine relative a Dio e alla Caduta ma anche in quelle relative a Gesù.
Gran parte della dottrina cristiana è docetica, cioè non accetta seriamente il fatto che Gesù fosse un limitato essere umano.
(nota di Lunaria: infatti affermare che Gesù avesse una parvenza di corpo, fosse "fantasma" senza carne, è cadere nell'eresia)
Una logica conseguenza della liberazione della donna sarà la perdita di credibilità delle formule cristologiche che riflettono ed incoraggiano l'idolatria verso la persona di Gesù."

"Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota di Lunaria: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")

"Io ritengo che l'idolatria cristiana nei confronti della persona Gesù non verrà probabilmente superata se non per mezzo della rivoluzione in corso nella coscienza femminile. Diviene sempre più evidente che i simboli esclusivamente mascolini per l'ideale della "incarnazione" o per quello della realizzazione umana non vanno bene (...) Forse assisteremo ad una rimitizzazione della religione. Può darsi che anche in futuro continui a rendersi necessario un qualche simbolismo per l'incarnazione del divino negli esseri umani, ma è assai improbabile che donne e uomini continuino a trovare plausibile un simbolismo epitomizzato dall'immagine della Vergine che adora in ginocchio il suo proprio figlio; forse esso verrà sostituito da un'iconografia non gerarchica" (Nota di Lunaria: Il libro è del 1973. Mary Daly era fin troppo ottimista. Sappiamo tutti che le donne sono ancora cristiane, nel 2020!)

"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità."

"Le qualità che il cristianesimo idealizza, specialmente nelle donne, sono anch'esse quelle di una vittima: amore sacrificale, passiva accettazione della sofferenza, umiltà, mansuetudine. Poichè queste sono le qualità idealizzate in Gesù "che è morto per i nostri peccati", il fatto che egli funga da modello rafforza nelle donne la sindrome del capro espiatorio. Data la condizione di oppressione della donna nella società sessista, queste virtù non sembrano proprio qualità da incoraggiare nelle donne stesse. Inoltre poichè le donne non possono essere abbastanza buone da vivere all'altezza di questo ideale e poichè sono tutte, per definizione sessuale, diverse dal salvatore maschio, questo è un modello impossibile (...) Le donne non sono le vittime "innocenti" che offrono se stesse immolandosi per i peccati degli altri, come la teologia cristiana raffigura Gesù; in realtà il sesso femminile non è mai stato sollevato dalla colpa.
Chi è ufficialmente investito dal sacerdozio condivide l'innocenza e la dignità attiva del Cristo. Le donne, benchè incoraggiate a imitare l'amore sacrificale di Gesù e quindi ad accettare di buon grado il ruolo di vittima, rimangono essenzialmente identificate con Eva e col male. La salvazione giunge esclusivamente tramite il maschio."

"Si è obiettato che oltre a non essere donna, Gesù non era nero, né anziano, né cinese, ecc. Questo sembra implicare che le donne non siano gli unici "outsiders". Il problema non sta nel fatto che il Gesù dei Vangeli era maschio, giovane e semita, bensì nell'identificazione esclusiva di questa persona con Dio in modo tale che le concezioni cristiane della divinità e dell'immagine di Dio sono tutte oggettificate in Gesù. La premessa basilare di questo tipo di ortodossia è che "Dio venne" nell'uomo (maschio) Gesù, e solo in Gesù - donde l'ostacolo che viene descritto dai suoi difensori come lo "scandalo della particolarità".
(Nota di Lunaria: affermare che "Dio non si è fatto femmina, ma non si è fatto neppure nero o cinese" è comunque facilmente confutabile: nero, cinese, semita condividono tutti, comunque, la virilità. Quindi a cambiare sono gli "accidenti" - i capelli, la pelle, la statura ecc. - non il tratto fondamentale: la virilità è uguale in un nero, in un cinese, in un semita, in un europeo. Il Cristo maschio ebreo non discrimina, nella sua maschilità, né neri né cinesi, proprio perché col maschio ebreo condividono la condizione virile. Si legga, sempre in Mary Daly, questa assurdità che l'Autrice riporta: "Posti davanti al problema della donna rispetto a Cristo, i teologi a volte affermano che quando le donne conseguiranno finalmente l'uguaglianza "Non avrà importanza che Dio sia venuto in forma d'uomo"... accidenti! Che fulgido esempio di democrazia e pari opportunità! Considerato che il Dio Maschio HA GIUSTIFICATO la stessa OPPRESSIONE delle donne, si veda l'esempio dell'Aquino, di von Balthasar e teologi simili che magnificano la virilità di Cristo, affermando che è proprio perché Dio si fece solo maschio, che logicamente ne deriva che la femmina è inferiore!)

"Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

La gloria compensativa: l'immagine di Maria come modello

"Il cattolicesimo ha offerto alle donne una gloria riflessa e comprensiva mediante l'identificazione con maria. L'inimitabilità del modello della Vergine Madre (nota di Lunaria: priva di piacere sessuale) ha fatto sì che tutte le donne restassero sostanzialmente identificate con Eva; e al tempo stesso è servita a separare l'ideale femminile del bene dal ruolo attivo attribuito a gesù."
(Nota di Lunaria: ci si ricordi che maria non è una Dea: è "la serva del Signore")

"L'Immacolata Concezione "avvenne" in anticipazione della divinità di cristo. Si dice, cioè, che maria fu "concepita senza peccato" affinché fosse degna di divenire la madre di gesù che era divino. Ancora una volta la dottrina mariana consolida il sistema delle caste sessuali."

"Anche nella dottrina dell'Assunzione si può riscontrare un contenuto profetico intrecciato al contenuto sessista. Questa dottrina venne ufficialmente proclamata da Pio XII nella costituzione apostolica "Munificentissims", il 1° Novembre 1950.
Esso dice che la Vergine fu assunta, corpo ed anima, nella gloria celeste al termine del suo soggiorno in terra."
(Nota di Lunaria: ovviamente è fantasia papale, e non c'è traccia di questo evento nei vangeli)
I teologi cattolici sostengono che l'uso del termine "Assunzione" per maria, contrapposto al termine "Ascensione" impiegato per gesù, è significativo, perché "l'ascensione" è attiva e suggerisce l'idea che gesù salì per potere proprio, mentre l'"assunzione" è passiva: maria venne "tirata su". Il gergo supporta la gerarchia sessuale."
(Nota di Lunaria: ancora una volta, la femmina è passiva e accetta in piena docilità l'agire maschile! Prima la feconda, poi "la tira su"...)

"Berdjaev scrisse: "Il culto della Madre di Dio, della Santissima Vergine, è sostanzialmente distinto dall'adorazione pagana del principio femminile; è l'adorazione di una femminilità completamente illuminata e serena, che ha conseguito la vittoria sull'elemento vile presente nella femminilità."
Il testo è ovviamente interessante per la sua franca affermazione che c'è un elemento vile presente nella femminilità. La "serena femminilità" di maria ha conseguito la vittoria su di esso. Ci si può chiedere che razza di vittoria rappresenti il ruolo subordinato di maria nel cristianesimo. La logica conclusione è che la "serenità" del simbolo di maria, la quale nel cristianesimo ha sempre avuto ufficialmente un'importanza minore, trae origine proprio da questa subordinazione, che è necessaria per purificare l'elemento femminile (...) Ancora più interessante è l'indimostrato presupposto di Berdjaev (e di altri) che il culto della "Madre di Dio" sia "sostanzialmente" distinto dalla "pagana" adorazione della Grande Madre, la quale presumibilmente contiene un elemento vile e sinistro, peculiare della femminilità, che viene purificato nel cristianesimo." 
(Nota di Lunaria: le Dee Pagane erano e sono Dee sessuali, legate anche al godimento: Venere, Ishtar, Astarte, Lilith, Pomba Gira, Erzulie)

"Dobbiamo anche prendere in esame la possibilità che l'affermazione secondo cui il cristianesimo "ha elevato la condizione della donna" e affermato "la nostra dignità" sia un prodotto del ribaltamento. Le donne che hanno tentato di essere contemporaneamente femministe e cristiane condividono generalmente tale affermazione, e credono che il cristianesimo abbia in passato promosso la causa delle donne ma che oggi sia (chissà perché) rimasto indietro. Tuttavia la storia della barbara crudeltà contro le donne nel mondo cristiano non si presta molto a convalidare apologie di questo tipo. La teologia cristiana ha abbondantemente affermato che le donne sono inferiori, deboli, depravate e viziose. Le conseguenze logiche di tale opinione si sono concretizzate in un crudele complesso di norme sociali che hanno abbreviato e schiacciato la vita delle donne.
Io ritengo che un altro ribaltamento sia l'idea dell'incarnazione redentrice unica nella forma di un salvatore maschio perché questo è precisamente impossibile.
Una divinità patriarcale, o suo figlio, non è in grado di salvarci dagli orrori di un mondo patriarcale."

Conclusione di Lunaria: Proprio PERCHé cristo GIUSTIFICA che Dio sia maschio, che Dio abbia elevato il solo maschio e che la femmina sia inferiore, cristo stesso GIUSTIFICA QUINDI IL PATRIARCATO proprio perché non si è fatto anche femmina.